Per università telematiche stessi adempimenti degli atenei tradizionali

telematiche“Il proliferare di università telematiche nel nostro Paese in questi anni, senza che siano previsti adeguati controlli qualitativi della formazione fornita, nonostante dal punto di vista legale la laurea conseguita in questi atenei sia equiparata in tutto e per tutto alle lauree conseguite negli atenei statali e non statali tradizionali, deve spingerci a una riflessione.
Se a ciò aggiungiamo che nello scorso gennaio il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha varato un decreto che fissa i requisiti minimi di docenza per attivare e accreditare i corsi di laurea nelle università italiane, facendo, però, esclusivo riferimento alle università statali e lasciando in tal modo aperta la possibilità, alle università telematiche e a quelle non statali di aprire nuovi corsi senza soddisfare sin da subito i requisiti richiesti dallo decreto, allora ritengo si a opportuno chiedere delucidazioni”.
A dichiararlo è la senatrice Pd Leana Pignedoli, che sul tema nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione con il collega Walter Tocci, per chiedere al ministro Maria Grazia Carrozza di spiegare le ragioni di tale scelta e, qualora lo ritenga opportuno, di intervenire in tal senso.
“Credo che in Italia, oggi, sia necessario ripristinare e mantenere alti standard di formazione, vero motore di sviluppo del nostro Paese e della nostra società. Quella che avviene oggi, a seguito della presentazione di quel decreto legge, è un’anomalia non spiegabile – prosegue la parlamentare PD -che non garantisce alti standard di formazione. Sappiamo che sul tema delle università telematiche il ministro Carrozza è particolarmente attenta, e che ha già incaricato una commissione di esperti di formulare una serie di proposte di intervento per tutelare la qualità dell’offerta formativa. Per questo – conclude Pignedoli – ritengo sarebbe coerente sin da subito porre rimedio a quella che noi riteniamo sia una vera e proprio stortura del sistema”.

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